La sostenibilità arriva anche in Banca nella Svizzera italiana
La parola dell’anno per la finanza della Svizzera italiana è stata «onda verde».
Questo perchè la sostenibilità a medio e lungo termine è destinata a trasformare la tradizionale finanza ed economia, come ritiene anche l’Associazione svizzera dei banchieri (ASB) e questo trend va abbracciato il prima possibile.
Evoluzione della piazza finanziaria
Il CEO dell’ASB Jörg Gasser a un incontro coi media nel Centro Studi Villa Negroni si è espresso così riguardo l’evoluzione e le nuove sfide della piazza finanziaria svizzera.
«L’economia del carbone oramai si trova su un binario morto», ha detto. «Bisogna essere pronti ad agire con la massima flessibilità, tenuto conto che la Confederazione si è messa come obiettivo quello di dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030».
Per seguire questo cambiamento anche il mondo bancario è apellato a dare un contributo «soprattutto dato che sono sempre di più i clienti interessati agli investimenti sostenibili».
Gasser ha detto poi che in pratica esistono già diversi strumenti della finanza verde da utilizzare per convogliare investimenti, come i «green bond» o anche i «transition bond».
«D’altro canto – ha poi proseguito – è ovvio che questo non significa smettere da un giorno all’altro di sostenere aziende più tradizionali, il processo è graduale».
Politica e finanza devono agire insieme
L’ASB chiede alla politica che anch’essa giochi il suo ruolo in questa direzione, offrendo incentivi i o nuove regole ad esempio, come permettere ai grossi investitori, come le casse pensioni, di potere avere un più ampio spettro di investimenti possibili e quindi politica e finanza devono agire insieme.
Secondo Gasser, quest’ultima misura sarebbe auspicabile anche riguardo le misure sui tassi negativi che sono oramai in vigore da cinque anni.
«Senza criticare la politica monetaria della BNS, sono necessarie delle contromisure alle distorsioni sul mercato create dai tassi negativi. Le casse pensioni, in assenza di alternative, stanno riversando molta liquidità sul mercato immobiliare. Inoltre non c’è unanimità su quanto un eventuale rafforzamento del franco che si avrebbe rialzando i tassi colpirebbe l’export elvetico. Sarebbe utile capire quali settori verrebbero colpiti e pensare a quali contromisure mettere in campo per difenderli. Questo in alternativa a quanto costano oggi i tassi negativi».