L’economia svizzera ha risentito delle vicende di Credit Suisse, tuttavia sembra che sia sempre in crescita rispetto agli anni passati.
Crescita leggermente al rialzo
La Segreteria di Stato dell’economia (Seco) a marzo ha rivisto le previsioni di crescita del pil svizzero al rialzo, passando così dalla valutazione di dicembre scorso all’1% fino all’1,1%. Per il 2024 si prevede una crescita dell’1,5%.
La Seco afferma anche che “l’andamento dell’inflazione di fondo nei principali Paesi industrializzati è stato meno favorevole del previsto, il che dovrebbe portare a un orientamento più restrittivo della politica monetaria internazionale e a un effetto di contenimento della domanda mondiale”.
Per quanto riguarda l’inflazione, le previsioni rimangono abbastanza alte e infatti dovrebbe raggiungere quest’anno il 2,6% e il 2% nel 2024 e nel 2025.
Le pressioni inflazionistiche pesano sopratutto sulle aziende del settore alimentare e bevande.
La multinazionale Nestlé ha registrato l’anno scorso un calo dell’utile netto del 45% nonostante una crescita soprattutto nei mercati emergenti, e perciò prevede di aumentare i prezzi per compensare l’incremento dei costi.
Per quanto riguarda l’industria meccanica, metallurgica e elettrotecnica, sembra che ci siano invece previsioni ottimistiche per il futuro.
Piazza finanziaria svizzera
Il primo trimestre dell’anno ha sconvolto la piazza finanziaria svizzera, a causa del rischio di fallimento della grande banca svizzera Credit Suisse, che è stata salvata tramite l’acquisizione da parte di UBS.
La reputazione svizzera di centro finanziario affidabile e stabile è stata per questo motivo danneggiata agli occhi degli altri paesi.
Il Consiglio federale per salvare la Banca ha sacrificato chi aveva azioni e obbligazioni perchè è stato azzerato il valore delle obbligazioni AT1 (per ca 16 miliardi di franchi) e ciò potrebbe portare ad azioni legali effettuate dagli investitori che sono stati danneggiati.
Situazione internazionale e settori economici
La Cina sta vivendo una ripresa e in Europa si è attenuata la crisi energetica negli ultimi mesi.
Anche il commercio di materie prime come il petrolio sta avendo una ripresa positiva anche se tale settore è controllato dalle autorità svizzere, che a marzo hanno chiesto maggiore trasparenza e controllo nel commercio di petrolio e materie prime che provengono dalla Russia.
Il turismo ha avuto un bilancio positivo della stagione invernale conclusa da poco.
Sembra che a novembre, dicembre e gennaio ci sia stata un’altissima affluenza di clienti svizzeri con un aumento del 15% dei pernottamenti e ritorno del turismo straniero quasi alla normalità (-4%) rispetto allo stesso periodo del 2019, ovvero prima della pandemia.
Per l’industria orologiera svizzera le esportazioni continuano a crescere, e nei primi due mesi del 2023 sono arrivate a 3,8 miliardi di franchi, 12,8% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.
Per quanto riguarda l’industria farmaceutica, Novartis ha avuto un calo del 2% nel 2022, dovuto principalmente ai tassi di cambio negativi. L’azienda sta pianificando la cessione di Sandoz, sezione dei medicamenti generici, il che comporterà la soppressione di 8’000 posti di lavoro e 1’400 solo in Svizzera.