apertura dei negozi in ticino

Il sindacato Unia contro la legge sui nuovi orari di apertura dei negozi

Unia contro la legge sui nuovi orari

Il sindacato UNIA sezione del Ticino in data 28 gennaio scorso ha presentato ricorso al Tribunale federale contro la recente legge riguardo la variazione degli orari dei negozi, che è stata pubblicata a fine dicembre 2019 sul bollettino ufficiale.

Secondo il sindacato infatti tale legge «non migliora le condizioni dei lavoratori», e non rispettando il diritto superiore ha ingannato anche la popolazione.

E i motivi per cui ha fatto ricorso riguardano sopratutto il Contratto collettivo di lavoro (CCL), solamente con il quale poteva entrare in vigore la nuova legge.

Cosa contesta il ricorso

Il ricorso non riguarda il CCL ma solo la legge in questione. Viene precisamente contestata la legge riguardo la designazione di località turistiche (dove i negozi locali possono tenere aperto anche fino alle 22:30, 7 giorni su 7, compresi i festivi).
«Manteniamo la nostra posizione critica sul CCL», ha detto Giangiorgio Gargantini, segretario regionale UNIA, «ma vogliamo inoltrare ricorso non su questioni tecniche, ma sulla questione di fondo».

Peggioramento condizioni dei lavoratori

Gargantini ha poi evidenziato che tale legge «non migliora in nessun modo le condizioni dei lavoratori. Anzi, le peggiora perché il salario proposto nel CCL è inferiore al contratto normale di lavoro attualmente in vigore, così come al salario minimo cantonale».
Gargantini ha anche spiegato che il ricorso riguarda l’articolo 23 della legge , che crea un legame con il CCL: «Si mischiano leggi che proteggono i lavoratori di esclusiva competenza federale e leggi cantonali di ordine e polizia. Non viene così rispettata l’unità della materia. È anticostituzionale».

Il secondo punto più rilevante e contestato è sugli articoli 10 e 14, ovvero che definiscono le zone turistiche. «Prima della votazione – ha affermato ancora Gargantini – i favorevoli alla nuova legge hanno sempre parlato solo della mezz’ora in più di apertura per i negozi. Ma non è affatto così. Nel decreto abbiamo poi scoperto che le zone turistiche sono in realtà un’ottantina, facendo così dell’eccezione una regola. La maggioranza della popolazione nella votazione del 2016 (ndr. quando approvò la legge) è stata ingannata, presa in giro».

Concludendo ha poi comunicato che a inizio febbraio (precisamente il 3 febbraio a Manno e il 4 a Bellinzona), il sindacato ha organizzato due assemblee per i lavoratori. «La parola passa ora ai giudici. Ma soprattutto passa ai lavoratori, perché in fin dei conti saranno loro a subire le conseguenze di tutto ciò».

 

 

 

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