Bns e tassi negativi
L’Associazione svizzera dei banchieri, dopo anni di tassi negativi per il franco ha chiesto alla Banca nazionale svizzera (Bns), che è l’istituto centrale svizzero, di ripensare all’applicazione di interesse dei tassi negativi. Ma per Patrick Odier, senior managing della banca Lombard non c’è alternativa e non si può ritornare indietro.
Limitare l’ascesa del franco
Patrick Odier spiega: «È chiaro – dice Odier – che i tassi negativi creano alcuni problemi alle banche, al settore finanziario, a una parte degli investitori. Ma nel nostro caso il punto centrale è il franco svizzero, che rischia ancora di diventare troppo forte e di creare ostacoli al nostro export. Dobbiamo pensare anche all’industria, ai commerci. Le esportazioni sono una parte importante della nostra economia, quindi con un franco troppo forte tutta l’economia svizzera ne risentirebbe. Ecco perchè ancora non si può chiedere alla Bns di togliere i tassi negativi, che servono a frenare il franco».
Infatti da tempo la Bns cerca di limitare l’ascesa del franco rispetto all’euro, che per gli investitori stranieri è sempre visto come bene rifugio da tenere date le attuali incertezze a livello economico e politico internazionale.
Ora il rapporto euro/franco è 1,07, il franco è forte, ma non è al massimo del suo picco come successo 5 anni or sono.
La Bns ha intanto ampliato molto il suo bilancio con riserve di valuta estera, e il tasso negativo viene applicato anche da finanziarie, da fondi pensione.
La Bns prosegue questa politica
La Bns prosegue questa politica, e continua a tenere negativi i tassi di interesse in Svizzera, e anche per Patrick Odier per ora va bene continuare così: «Bisogna guardare all’economia svizzera nel suo complesso, per le banche è una sfida, ma l’alternativa di un franco fortissimo è ben peggiore»
Potrebbe interessarti anche:
- Bns e tassi d’interesse in Svizzera (articolo del 4 novembre 2019)