Lista grigia dei paradisi fiscali e Svizzera
La Svizzera è un paese che faceva parte dei paradisi fiscali, anche se da tempo era nella lista grigia, e da oggi è fuori anche da tale lista, conformandosi così alla regolamentazione fiscale internazionale.
La lista grigia dei paradisi fiscali
I paradisi fiscali sono dei paesi nel mondo dove vige un certo regime fiscale con incentivi e bassa o nulla tassazione per imprese e società, in questo modo vanno a favorire l’accesso alle società straniere che pongono così la loro sede in tali territori fiscalmente attraenti.
La lista di questi paesi viene suddivisa dall’UE in bianca, grigia e nera, a seconda del tipo di regime fiscale è in vigore in un dato paese.
Quelli che rispettano maggiormente gli standard europei appartengono alla lista bianca, poi c’è la lista grigia e infine la nera.
Un tempo la svizzera faceva parte dei paradisi fiscali, nella lista grigia, e ora è stata stralciata dalla lista grigia dei paesi facenti parte dei cosiddetti paradisi fiscali.
Giovedì infatti i diversi ministri di economia e finanze riuniti in seduta Lussemburgo hanno deciso di toglierla dalla lista dei paradisi fiscali, assieme ad altri paesi come Albania, Serbia, Mauritius e Costa Rica.
Dalla black list invece sono stati tolti gli Emirati Arabi Uniti e le Isole Marshall.
Questo perchè i paesi della lista grigia e nera hanno clausole vessatorie, ovvero clausole che legalmente apportano una sproporzione tra obblighi e diritti del contraente e che alterano l’iter di esecuzione di un contratto o che sono vietate in altri paesi.
Lista grigia dell’unione europea
Questa decisione dell’Unione Europea è stata adottata dal Consiglio Ecofin dopo un lungo periodo di discussioni e consulte, e questo passo era atteso da tempo dalla Confederazione elvetica, dopo la Riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS (RFFA) che era stata approvata alle urne già il 19 maggio scorso.
In particolare l’UE aveva criticato dei particolari regimi fiscali federali e cantonali quali concorrenza discriminatoria dato che le società straniere erano maggiormente privilegiate rispetto alle nazionali.
Da adesso la sua legislazione fiscale per quel che riguarda società a tassazione speciale seguirà gli standard internazionali Ocse e sarà quindi del tutto conforme anche alle regole in vigore nell’UE.
Il Governo di Berna ha accolto con soddisfazione lo stralcio per la Confederazione dalla lista grigia dei paradisi fiscali decisa dall’Unione europea. «La Svizzera adempie e attua gli standard internazionali in materia fiscale e questo è stato riconosciuto», ha indicato la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI).
La Riforma fiscale entrerà in vigore a gennaio del 2020 e permetterà ai Cantoni di adeguare la loro legislazione tributaria locale in modo da compensare il gettito mancante dalle società che sono a tassazione speciale.
Per quel che riguarda il Canton Ticino, qui si andrà a abbassare l’imposta sull’utile per tutte le società e si andrà a implementare gli strumenti legali euro compatibili (come patent box e defiscalizzazione su investimenti di start-up) in modo da riuscire ad attrarre nuove società e ad evitare che quelle che ci sono già si allontanino per andare in luoghi fiscalmente più favorevoli.
Le conseguenze della riforma in Ticino avverrebbero nel giro di circa cinque anni, quindi andranno realmente in vigore a partire dal 2025.
Per quel che riguarda Ocse e Ue, l’importante è che le nuove regolamentazioni fiscali vengano rispettate, e si seguano le regole che sono condivise su livello internazionale con gli altri paesi, senza pratiche lesive per gli stessi.
Infatti la concorrenza internazionale è ben vista e quindi ogni paese potrà proporre incentivi per attrarre nuove società e capitali.